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Copia di Copia di SI PUO' ACCUSARE LA CINA DI "NEGLIGENZA CRIMINALE " e il Governo Italiano come si

by S.Naldi

Oggi voglio proporre la lettura di un articolo molto interessante apparso Sabato 28 Marzo sul quotidiano Il Riformista , scritto dal collega Antonio Selvatici (Giornalista, docente ai Master d’Intelligence Economica Università di Firenze, Roma Tor-Vergata, Università della Calabria. Autore di libri e saggi. Tra gli ultimi libri usciti “La Nuova Via Della Seta-Progetto per un’invasione globale” Rubbettino 2018 ; “L’invasione cinese”, Rubbettino 2019)


Il ritardo delle notizie sul contagio del coronavirus potrebbe valere alla Cina l’accusa di “negligenza criminale”, secondo il Regolamento Sanitario Internazionale. È strano, non si sono fatti ancora sentire i giustizialisti pentastellati...


Luigi Di Maio ora tocca a te: vediamo da che parti stai, fai rispettare la legge. Patria o tornaconto di partito? Quale bandiera vuole sventolare? Il ministro riuscirà a difendere gli interessi dell’Italia? Il capo della Farnesina può immaginare come ora il grande rischio sia quello della possibile sovrapposizione tra la crudele e implacabile curva degli infettati con quella dei disoccupa-ti. Bisogna difendere a tutti i costi gli italiani, la struttura industriale e la sua cultura. Di mor-ti e di sofferenza ne abbiamo, e ne avremo, a suffi cienza. Luigi Di Maio potrebbe aprire e sfogliare il sito internet del Ministero della Salute fi no a sco-prire la “Revisione del Regolamento Sanitario Internazionale”, la fonte è dunque certa e ac-creditata. Il Regolamento Sanitario Internazio-nale (International Health Regulkation–IHR) è uno strumento internazionale del sistema del-le Nazioni Unite che ha lo scopo di °garanti-re la massima sicurezza contro la diffusione internazionale delle malattie infettive˛. Il no-stro Ministero della Salute ben inquadra la si-tuazione: °Gli eventi epidemici degli ultimi anni hanno chiaramente evidenziato quanto il fenomeno della globalizzazione del ventune-simo secolo abbia profondamente cambiato la distinzione tradizionale tra sanità pubblica nazionale e internazionale. Il costante e con-siderevole incremento del traffi co e del com-mercio mondiale, l’apparizione di nuove malattie (ne sono esempi la Sars e l’infl uenza avaria) e il riemergere di – vecchie - condizio-ni morbose hanno aumentato i rischi di diffu-sione internazionale˛. Il nuovo Regolamento Sanitario Internazionale è stato modifi cato in seguito al sorgere di nuove malattie infetti-ve, ma soprattutto per allinearsi ai rischi con-nessi alla globalizzazione. È chiara la nota del ministero in quel passaggio in cui specifi ca il cambiamento dei confini tra sanità naziona-le e internazionale. Il virus è globale come la merce. Il regolamento è stato approvato all’u-nanimità nel maggio del 2005 dall’Assemblea Mondiale della Sanità ed è entrato in vigore nel giugno del 2007. Sono centonovantasei gli Stati che hanno aderito, tra cui la Cina e l’Italia. Perché in piena crisi Coronavirus è così impor-tante quella norma sanitaria internazionale? Poche righe dell’articolo sei del regolamento non lasciano dubbi interpretativi, °Ogni sta-to parte deve notificare alla Organizzazione mondiale della sanità entro ventiquattro ore dalla valutazione delle informazioni relative alla salute pubblica tutti gli eventi che posso-no costituire all’interno del proprio territorio un’emergenza di sanità pubblica di rilevanza nazionale˛. Questo è il punto: la Cina doveva entro ventiquattr’ore dall’insorgere del Coro-navirus notifi care la cosa all’Oms. Sappiamo che le cose non si sono svolte se-condo il regolamento. Sono i cinesi stessi ad ammettere ritardi. Shao Yiming, tra i più famo-si virologi cinesi a capo di un importante or-ganizzazione pubblica cinese, ha ammesso: °A Whuan i funzionari hanno chiuso il mer-cato dove si pensava fosse emersa l’epidemia e pensavano di potere tenere la malattia sot-to controllo. Ma hanno ignorato la necessità di denunciare la malattia e hanno minimizzato la gravità˛. Possiamo anche citare la nota vi-cenda del medico-eroe del Central Hospital Li Wenliang tra i primi a cercare di dare l’allar-me, ma obbligato al silenzio dai funzionari del partito, poi è deceduto vittima del Coronavirus. Se la Cina avesse agito come da Regolamen-to il contagio sarebbe stato ridotto, probabil-mente non sarebbe degenerata nell’odierna disastrosa pandemia. Vi sono i fondamenti per intentare una causa contro il Governo ci-nese? Quali le possibili sanzioni? La questio-ne, per ora, non sembra sia stata considerata in Italia, negli Stati Uniti dove il diritto è differen-te dal nostro è nato un vivace dibattito. Senza tanti fronzoli la domanda che in molti si pon-gono è la seguente: °Il governo cinese può es-sere considerato responsabile di negligenza criminale?˛. La domanda l’abbiamo girata al Professore James Kraska al Stockton Center for the Study of International Law, il docente è l’autore di un articolo in cui ipotizza la respon-sabilità della Cina. Per il professore la Cina è °colpevole di qualcosa di più della negligen-za, di un comportamento sconsiderato˛. La Cina riconosce il diritto internazionale? °So-lo quando soddisfa il loro interesse strategico. La Cina ha una visione molto diversa del dirit-to internazionale rispetto agli europei. I cinesi usano il diritto internazionale come strumento di opportunità strategiche e militari e sfruttano l’impegno degli europei nei confronti del dirit-to internazionale˛. Quanti morti si sarebbero risparmiate in Ci-na e nel mondo se il Paese del Dragone aves-se agito immediatamente in conformità con gli obblighi legali? È chiaro che la Cina non ha creato intenzionalmente una pandemia glo-bale, ma il suo comportamento ha facilitato la diffusione del virus. Il modello autoritario di governace della Cina, così ora osannato da molti in Italia, in quanto tale, può aiutare quan-do bisogna limitare i diritti dei cittadini. Vale a dire l’applicazione e l’osservanza di misure coercitive, il nostro “state in casa”. Allo stes-so tempo il modello autoritario cinese diven-ta poco compatibile con regolamenti o norme di diritto internazionale (anche se la Cina le ha sottoscritte) che provengono da modelli de-mocratici. Il mentire, la censura, il non comu-nicare fanno parte di una cultura differente. Il modello autoritario sfocia nella “negligen-za criminale” che si trasforma in una tragedia globale. A farne le spese il globo. La questio-ne non è solo giuridica, ma è anche (soprattut-to) politica. L’altro giorno il Segretario di Stato Mike Pom-peo alla riunione dei G7 dei ministri degli Este-ri ha, ancora una volta, apertamente accusato la Cina del °ritardo con cui è stato avvertito il mondo˛. Come abbiamo scritto, ora che il Co-ronavirus dilaga anche negli Stati Uniti, assi-steremo ad un’escalation di litigiosità tra Usa e Cina. Torniamo a noi. Perché i giustizialisti pentastellati, dopo avere sentito il vincolan-te parere del ministro della Giustizia, e Marco Travaglio, non chiedono con forza l’applicazio-ne del Regolamento Sanitario Internazionale sottoscritto sia dall’Italia che dalla Cina? Forti coi deboli e debole con i forti? Rivogliamo la nostra vita e i nostri soldi: Luigi Di Maio, pen-saci tu. Sappiamo che siamo in buone mani.



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